lunedì 23 settembre 2013

Borgo Campidoglio: l’arte nelle vie, le vie dell’arte


 

Le caratteristiche urbane e sociali di Borgo Campidoglio, compreso dentro il territorio del quartiere San Donato, si comprendono a partire dalla storia della città della fine dell'800, quando Torino vive la prima importante immigrazione, dalla campagna intere famiglie si spostano in quella che sta diventando una città industriale.
Proprio a ridosso della Dora e della Pellerina si trovava la cinta daziaria, una barriera che racchiudeva il centro della città; intorno alla cinta daziaria alcuni terreni vengono lottizzati da un privato, forse proprio il signor Doglio, ed inizia a costituirsi il primo nucleo abitato del Campidoglio. Nel 1911 inizia l'abbattimento della cinta daziaria e lo sviluppo dei grandi corsi che circondano ancor oggi il Borgo Campidoglio: corso Tassoni, corso Altacomba (oggi corso Svizzera), il prolungamento di Via Cibrario, Via Nicola Fabrizi, Via Giacomo Medici. Piccole case appartenenti ad un ceto medio della popolazione, sviluppate su due massimo tre piani, che si affacciano sulle strade di acciottolato e su graziosi giardini interni, diventano il Borgo Campidoglio.


Il piano regolatore del '59 evita l'abbattimento dei piccoli nuclei abitativi e ne preserva il carattere di paese nella città. Soggetto dagli anni '60 ad un graduale abbandono, sia da parte delle amministrazioni pubbliche che dai proprietari originari, il mantenimento di questa peculiarità ha accresciuto, nel corso degli ultimi decenni invece, un rapporto di comunanza tra gli abitanti e una tipologia di insediamento che, pur collocandosi ormai in una zona semicentrale più che periferica, mantiene le caratteristiche di un villaggio nella città, facendo sì che il Borgo rivive oggi di una nuova vita; gli interventi di riqualificazione, realizzati dal Comune di Torino, e gli sforzi delle associazioni di volontariato che operano sull'area, Comitato di Riqualificazione Urbana, Museo d'Arte Urbana, Centro Commerciale Artigianale Naturale, hanno fatto del Borgo Campidoglio una realtà unica nella città di Torino. 


Il MAU- Museo d’Arte Urbana di Torino rappresenta effettivamente il primo progetto in fase di concreta realizzazione, in Italia, avente come scopo il dar vita ad un insediamento artistico permanente all’aperto collocato all’interno di un grande centro metropolitano, con in più il valore aggiunto di essere iniziativa partita non dall’alto ma dalla base, complice il consenso ed il contributo fondamentale degli abitanti.
Nel 1995 matura, nei promotori del Comitato di Riqualificazione Urbana, già dal 1991 impegnati in una rivalutazione delle peculiarità urbanistiche ed architettoniche del Borgo, l’intuizione di allargare la propria sfera di intervento all’arte, coinvolgendo i cittadini nelle scelte. Vengono a tal proposito invitati a fornire il proprio parere alcuni operatori culturali cittadini, tra cui l’estensore della presente, all’epoca membro del Direttivo dei Musei e delle Mostre della Città di Torino, già da anni impegnato sul fronte del rapporto tra arte e territorio.




Il Prof. Edoardo Di Mauro individua nel Borgo Vecchio l’ambito ideale per l’applicazione concreta dei suoi intenti e, coadiuvato in maniera determinante dall’arch. Giovanni Sanna e dall’Accademia Albertina di Belle Arti, nella persona del Prof. Carlo Giuliano, inizia un lungo cammino progettuale, fino agli esiti attuali.


 Dal 1995 ad oggi sono state prodotte 73 opere murarie all’interno del Borgo Vecchio, alle quali si sono affiancate, dal maggio 2001, altre 36 nuove installazioni costituenti la "Galleria Campidoglio" per un totale di 109. 

 Quest’ultima, componente organica del Museo d’Arte Urbana, è sorta per volontà del Centro Commerciale Artigianale Naturale Campidoglio, all’interno delle iniziative del Piano di Qualificazione Urbana, promosso dagli Assessorati al Commercio di Comune e Regione. Si tratta di opere formato cm. 70 X 100, collocate permanentemente sulle pareti tra i negozi di via Nicola Fabrizi e corso Svizzera, protette da teche di plexiglas, che sono state dotate di illuminazione permanente facendone una galleria nella doppia accezione del termine: galleria artistica e galleria commerciale, nel senso che si tratta di negozi che offrono completezza merceologica e servizi propri dei centri commerciali artificiali. Unica in tutta Italia quest'iniziativa offre ai clienti un motivo in più per venire in Campidoglio a fare acquisti: l'arricchimento culturale. 

 Per una pausa gastronomica ci si può immergere nell’atmosfera paesana di borgo Campidoglio con un pranzo veloce oppure una cena più rilassata presso la ruspante e tradizionale Osteria Il Torchio in via Rocciamelone, 7: una piola come non ce ne sono più a metà tra trattoria di paese e bistrot da Butte aux Cailles parigina.

 L’atmosfera è quanta mai fumosa, con tavoloni in legno, luci fioche, tante bottiglie polverose negli scaffali e cartelli pubblicitari in alluminio davvero d’altri tempi; la cucina è buona, basilare e soprattutto economica con un menù a pranzo a 8,50 euro che comprende primo e secondo (a scelta fra vari proposti su una lavagna all’ingresso e da ordinare prima di prendere posto ai tavoli), acqua e caffè. A cena si spende circa il doppio con qualche scelta e attenzione in più alla cucina e ai piatti proposti.









Per ulteriori informazioni e approfondimenti: 


http://www.galleriacampidoglio.it/borgo.htmlNaturale una realtà

1 commento:

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