Il secondo percorso a Pozzo Strada esplora la natura residenziale del quartiere con tutti gli spazi pubblici (aperti e chiusi) in ambito culturale, sportivo e ricreativo che rendono il vivere collettivo qui interessante e Pozzo Strada non solo area di passaggio.
Il percorso comincia in corrispondenza del Deposito GTT all’incrocio tra C.so Trapani e Via Monginevro, da alcuni anni denominato San Paolo/Nizza per via della medesima direzione, che è ospitato all'interno del comprensorio più vecchio della GTT. La sua costruzione risale infatti alla fine degli anni '20 (fu completato nel 1928) e nel corso dei decenni poco è cambiato dell'impianto originario, all'epoca decisamente "futuristico" dato l'ingegnoso utilizzo del cemento armato. Le maggiori modifiche si sono avute nella disposizione interna dei binari, la cui più evidente è stata la rimozione del pettine destro del deposito nel corso degli anni '70 a causa del numero sempre minore di tram rimessati; attualmente sono ospitati poco meno di 180 veicoli (44 tram, 54 autosnodati e 73 autobus). Tra le peculiarità del San Paolo, vi è il fatto che è l'unico deposito con più di una sola entrata per i tram: oltre all'entrata principale, vi è anche un cancello sul fondo del deposito, sul lato rivolto verso via Monginevro. Qui vi è un solo binario banalizzato che si sdoppia e si ricongiunge alla rete su via Monginevro, di fronte a Via Stelvio. Tale passaggio è sopratutto usato dalle motrici della linea 15, per immettersi in linea in direzione Brissogne, senza dover fare inversione di marcia in piazza Sabotino.
Tra i centri culturali più importanti del quartiere, la Bibliomediateca del Museo Nazionale del Cinema Mario Gromo, un centro di documentazione sul cinema e la fotografia tra i più prestigiosi d’Europa per vastità e varietà del patrimonio. Alla ricchezza dell’archivio bibliografico e multimediale, si aggiunge il valore di servizi all’avanguardia, facilmente accessibili e sensibili agli interessi di ogni tipo di pubblico. La Bibliomediateca è inoltre un punto di aggregazione e di promozione culturale sul territorio e organizza nella sua Sala Incontri un calendario di appuntamenti aperti al pubblico. La sala polifunzionale è attrezzata per conferenze e proiezioni video, e consente di ospitare presentazioni di libri, seminari, laboratori didattici e iniziative in collaborazione con altre realtà e istituzioni.
Polmone verde del quartiere, il Parco Ruffini (chiamato popolarmente fino a qualche anno fa "il Valentino Nuovo") è il 16º parco in ordine di grandezza della città di Torino su di un’area di circa 130.000 m². Il parco viene progettato nel corso degli anni venti e inaugurato il 31 dicembre 1925 con il nome di "Parco Gerolamo Napoleone Bonaparte", in risposta al bisogno di uno spazio a disposizione dell'intera collettività dove fosse stato possibile passeggiare in mezzo alla natura; la città si stava infatti espandendo in quella direzione, complice soprattutto l'intensa industrializzazione di Borgo San Paolo e dintorni (su tutti il fenomeno Lancia, con il suo seguito di miriadi di "boite", di laboratori e officine, e conseguenti case, scuole, servizi).
Il desiderio di creare un nuovo "Valentino" per la periferia, si concretizza acquisendo cascine e terreni di una famiglia originaria di Como, i Galiziano, arrivati a Torino nel Seicento. Tra le due guerre comincia la vocazione sportiva del parco: vengono costruiti una piscina ed uno stadio (oggi chiamato il Primo Nebiolo) e durante la guerra sotto lo stadio viene anche costruito un rifugio antiaereo.
È solo dopo la guerra che il parco viene intitolato al giurista, ex Ministro e professore universitario Francesco Ruffini che, durante il Ventennio fascista, non prestò giuramento al regime fascista e si rifiutò di insegnare nello spirito del fascismo.
Nel 1961 viene costruito, nell'ambito dei festeggiamenti di Italia '61, il palazzetto dello sport, che richiama le strutture del PalaLottomatica di Roma (l'architetto Annibale Vitellozzi collaborò infatti anche al Palazzetto romano insieme a Pierluigi Nervi). Il Palaruffini diventa negli anni il punto di riferimento dello sport torinese e testimone delle grandi squadre torinesi degli anni ottanta nel basket e pallavolo, nonché sede principale dei concerti rock al coperto.
A partire dagli anni ’70 il parco viene chiuso al traffico e si arricchisce man mano di ulteriori impianti sportivi (campi liberi da tennis, da basket, pallavolo e una rampa per skateboard); curiose la scacchiera gigante e piccoli tavoli-scacchiera per il gioco degli scacchi aperti a tutti.
Prima di approdare agli altri due centri sportivi del quartiere, la Società Sportiva Pozzomaina e la Piscina Trecate, il percorso assume un accento civile sfiorando il muretto del CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) i cui writings in italiano e arabo ricordano gli aspetti più problematici della struttura emersi negli utltimi anni, e la grande e imponente Caserma Cavour , sede del 32° reggimento Geni Guastatori Taurinense che occupa l’intero isolato da Corso Brunelleschi a Corso De Sanctis.
L’impianto sportivo dell’ADP (Associazione Dilettantistica Pozzomaina) è stato costruito in via Monte Ortigara nel 1980 su progetto dell’Ufficio Tecnico del Comune di Torino, pensato inizialmente in particolare per l’atletica: disponeva infatti di una pista a quattro corsie, e all’interno dell’anello vi erano pedane per il salto in alto e in lungo; attualmente esso è invece costituito da un campo da calcio a undici e due campetti da calcio a cinque. Nel 1992 l'impianto è stato dato in concessione a due società calcistiche, la Pino Maina (fondata nel 1949) e la Pozzostrada (1974); due anni dopo, a causa di difficoltà legate alla gestione del campo, le due società si sono unite nell’Asd Pozzomaina. La società Piscina Comunale Trecate, in via Alecsandri Vasile, 29 comprende oltre alle classiche vasche per il nuoto indoor anche un parco acquatico estivo, aperto sette giorni su sette ed inaugurato nella stagione 2012 dopo cinque anni di lavori di ristrutturazione del complesso sportivo; l’impianto sorge sul terreno dove sorgeva, dal 1790 al 1970, il cimitero Pozzo Strada, uno dei più antichi dell’intera città.
Il percorso si avvia verso la conclusione costeggiando il laboratorio open di street art con murales di abili writers locali, tra i quali il più attivo è Deder, autore della maggior parte delle opere.
La conclusione è nel punto in cui si anima la vita collettiva del quartiere, il mercato di Corso Brunelleschi, aperto tutti i giorni da mattino alla sera, ma prima di arrivarci, la curiosità impone una sosta, sul lato destro di Corso Brunelleschi, alla cosiddetta collina dei conigli di Pozzo Strada, un prato recintato con qualche materiale di scarto in deposito dove sembra vivere una colonia di conigli, curata e nutrita da residenti e passanti occasionali.
Per una sosta gastronomica in zona ci si può affidare alla cucina tradizionale e non troppo formale di una delle bocciofile storiche della zona (l'impianto contava un tempo 49 campi da bocce dei quali ne rimangono oggi 16 all'aperto e 4 al chiuso): Bocciofila Pozzo Strada in Via Fattori, 23/A (circolo riservato ai soci ma aperto a tutti per i pranzi/cene) dove per 12 euro si può mangiare un primo, secondo, acqua, vino, pane e coperto; piatti ruspanti ma cucinati bene in modo verace e casalingo: noi abbiamo assaggiato degli ottimi agnolotti fatti a mano al ragù e tagliolini di pasta fresca agli asparagi e pomodoro fresco, come secondi saporiti e stuzzicanti straccetti di pollo al limone con patate al forno e vitel tonné (delicatissimo!) con peperoni arrostiti e verdure bollite.
In alternativa ci si può immergere nella cucina speziata della Rosticceria Indiana Namasté in Corso Monte cucco, 26 dove da dieci anni Khushboo e la sua famiglia, originaria di New Delhi, preparano espressi i tipici piatti saporiti della cucina indiana per consumo in loco (due piccoli tavolini) ma soprattutto per il take away.
I prezzi sono sicuramente più convenienti per gli stessi piatti gustati in un ristorante indiano ma la qualità non ne risente: noi abbiamo provato Chicken Shahi Korma (5 euro), pollo in umido con salsa di pomodoro, panna e anacardi, e Aloo Tikky (3,50 Euro) polpette di verdure con salsa al curry accompagnati dal Basmati Chawal (2,20 euro), riso bianco cotto al vapore e profumato con cumino e cardamomo.
Notevoli in particolare i Naan (1,70 euro) pane cotto nel forno tandoor nelle versioni ripieni al formaggio (Cheese Naan) e di patate (Aloo Naan), preparati al momento, le Samosa, fagottini fritti ripieni di verdure (1,40 euro) o pollo (1,60 euro) - qui cucinate particolarmente croccanti e poco unte – e il Gulab jamun (2 euro), palline di semolino e latte in polvere in sciroppo aromatizzato al cardamomo e acqua di rose, qui con un insolito ripieno di formaggio indiano che ne stempera l’eccesso zuccherino conferendogli un po’ di sapida acidità; Possibilità di accompagnare o concludere il pasto (in inverno) con un bollente Masala Chai (1,00 euro): The Indiano al gusto di cardamomo e cannella oppure (in estate) con un lassi al Mango o al Cardamomo (2,20 euro): bevande a base di yogurt con polpa di mango o cardamomo.
Per il percorso completo e approfondimenti: "L'altra Torino. 24 centri fuori dal centro" da pag. 143 a pag. 151
http://www.tramditorino.it/dep_sanpaolo.htm
http://www.museocinema.it/bibliomediateca.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_Ruffini