giovedì 30 gennaio 2014

Spina Reale: borgate e barriere, percorsi coperti e scoperti


Spina Reale non è un vero proprio quartiere, ma un territorio urbano della città di Torino che racchiude virtualmente  Borgata Vittoria, Borgata Tesso e Madonna di Campagna, tutti quartieri che hanno in comune il fatto essere attraversati prima a livello terra e ora in sotterranea dalla ferrovia metropolitana  Torino-Aeroporto-Ceres, nata ai tempi di Torino Capitale del Regno d'Italia e negli ultimi anni decisamente riqualificata.
La ferrovia Torino–Ceres è una linea ferroviaria che collega il capoluogo a Ceres passando per l'aeroporto internazionale di Torino-Caselle. Dal 2003 è gestita dal Gruppo Torinese Trasporti (GTT), mentre in passato fu gestita dalla SATTI, dalla Ferrovia Torino-Ceres (FTC) e dalle Ferrovie Torino Nord (FTN). La costruzione è avvenuta gradualmente dal 1868, quando viene inaugurato il primo tratto di ferrovia tra la Stazione di Torino Porta Milano e Venaria Reale, al 1916, quando il 17 giugno viene completata l'intera linea montana con tratti in pendenza massima al 35‰, curve di 200 m di raggio e lunghezza complessiva di circa 44 km.
Fino al 1988 la linea partiva dalla stazione di Torino Porta Milano situata in corso Giulio Cesare (vd. itinerario in Aurora), nei pressi di Porta Palazzo, e lungo il suo tragitto si dipartivano svariati raccordi ferroviari per le aziende: quello per l'Arsenale in Piazza Borgo Dora, quello per le Officine del Gas (in seguito Italgas) in Corso Regina Margherita 52 (stabilimento raggiunto con un ponte sulla Dora Riparia), assieme a quelli delle Officine Moncenisio e dell'ATM di Corso Tortona, per l'azienda NAFTA e per l'azienda Gilardini). Altri raccordi lungo la linea erano quelli per le Ferriere FIAT (presso la stazione di Madonna di Campagna), per la Snia Viscosa e le Manifatture Martiny di Venaria Reale. Il trasporto merci cessa definitivamente verso la metà degli anni Ottanta e quindi, da quella data, la linea è percorsa unicamente da convogli passeggeri.
 
Alla fine degli anni ottanta la linea è stata ampiamente rimodernata ed interrata nel comune di Torino; in concomitanza dei lavori è stata dismessa la stazione di Torino Porta Milano ed il capolinea è stato arretrato alla stazione di Torino Dora, costruita per l'occasione così come quella di Venaria Rigola-Stadio. A partire dal 22 settembre 1993 e fino al 2008 la ferrovia è stata interrotta e percorribile dai treni unicamente fino a Germagnano in seguito all'alluvione che aveva colpito le Valli di Lanzo. In seguito ai lavori del Passante ferroviario di Torino è oggi separata dalla rete di RFI, in attesa di costruire una nuova interconnessione al posto di quella di Torino Dora.
Secondo i progetti futuri la linea ferroviaria dovrebbe raggiungere il centro di Torino innestandosi nella stazione di Torino Rebaudengo: in tal modo l'attuale linea sarà percorsa dai treni solo fino alla stazione di Madonna di Campagna, per poi correre in un nuovo tunnel che sarà scavato sotto l'attuale corso Grosseto; così facendo la stazione di Torino Dora verrà chiusa dopo appena un ventennio dalla sua costruzione. Detta linea diventerà parte integrante del servizio ferroviario metropolitano di Torino, linea SFM2 Germagnano-Pinerolo, gestita da Trenitalia e alla conclusione dei lavori per il Passante ferroviario, inoltre, la ferrovia Torino-Ceres raggiungerà la stazione di Torino Lingotto.

Borgata Vittoria (anche nota come Borgo Vittoria, Borgh Vitòria in piemontese) è un quartiere della V Circoscrizione di Torino, ubicato nella parte nord della città. È delimitato a nord dalle Basse di Stura e dallo stesso torrente Stura di Lanzo, a est dal passante ferroviario di Torino, a sud da corso Mortara e a ovest da via Orvieto, via Casteldelfino e via Vaninetti
Il nome è memoria della battaglia finale dell'assedio del 1706, avvenuta contro le truppe franco-spagnole il 7 settembre 1706 da parte delle truppe sabaude e austriache: infatti il teatro della battaglia fu la zona sud dell'attuale borgo ed i nomi di molte vie sono il ricordo di quell'avvenimento. Borgo Vittoria è in un'area molto popolosa di Torino, il grosso dello sviluppo demografico ha avuto inizio negli ultimi anni cinquanta ed è proseguito fino a metà anni settanta dello scorso secolo sulla scia della grande immigrazione interna, prima dal nord-est poi dal sud Italia. La popolazione è rimasta sostanzialmente stabile come numero di abitanti, anche dopo l'inizio del calo demografico, grazie all'immigrazione sia extraeuropea sia comunitaria.
Da un punto di vista urbanistico la Spina 3 è una vasta area di riconversione della ex zona industriale che coinvolgeva il quartiere di Borgata Vittoria, oltre che a quelli di San Donato (vd. itinerario in San Donato) e Madonna di Campagna. Gli interventi urbanistici sono di tale portata (anche se di poca omogeneità) che i media chiamano sovente questa area Spina 3 non riferendosi più a quartieri che ancora, urbanisticamente, sarebbero di riferimento.
Borgata Vittoria è lo sbocco naturale della spina verso nord di questa opera viaria, nel parallelepipedo compreso tra Corso Mortara, Via Orvieto, Via Tesso, Via Giachino e Via Udine.
L'abbattimento della sopraelevata di corso Mortara, costruita all'inizio degli anni settanta, ha consentito ricongiungersi ai confinanti quartieri San Donato e Madonna di Campagna tramite la realizzazione di un complesso di rotonde, sottopassi stradali e un nuovo modernissimo ponte sulla Dora.


Le altre principali arterie del quartiere sono corso Venezia, corso Grosseto, via Breglio, via Stradella e via Cardinal Massaia. 
Il centro del quartiere è costituito da una piazza alberata circondata da caffetterie e negozi e dalla piazza adiacente denominata piazza della Vittoria, sede del mercato all'aperto sei giorni alla settimana.


La via principale del quartiere resta in ogni caso via Chiesa della Salute che, con i suoi negozi, rappresenta la principale arteria per il piccolo commercio, questa via deve il suo nome al Santuario della Chiesa della Salute, edificio di culto costruito tra il 1895 e il 1950 su progetto dell’architetto Angelo Reycend, intitolato a Maria come salvezza della patria e come salute degli infermi. Per soddisfare infatti il bisogno spirituale degli abitanti di Borgata Vittoria, nel 1880 si decise di costruire una chiesa e dopo vari anni, sul luogo venne costruito inizialmente un oratorio. Nel 1895 l'Arcivescovo di Torino, Davide Riccardi, benedisse la prima pietra della nuova chiesa torinese. La congregazione dei Giuseppini del Murialdo ne divenne proprietaria nel 1927. I lavori per la costruzione si protrassero fino al giugno 1950 quando furono completati il battistero, il pulpito e il pavimento in marmo. Il 17 ottobre 1992 fu benedetto l'altare mentre il 24 ottobre venne inaugurata l'urna contenente le spoglie di san Leonardo Murialdo, sormontata da una vetrata policroma imponente.

La sede della Circoscrizione V, di cui fanno parte anche Borgo Vittoria e Madonna di Campagna, è l’edificio di via Stradella, 168-192, che fu sede delle Concerie Italiane Riunite e, tra il 1905 e il 1907, al centro di opere di modifica e ampliamento firmate dall’architetto Pietro Fenoglio, seguite, tra il 1916 e il 1924, da ulteriori interventi che portano a sopraelevare la porzione adibita a ospitare i reparti di essiccatoio. Dopo la chiusura dell’azienda, avvenuta nel 1982, una parte del sito è abbattuta a vantaggio di attività commerciali, mentre la porzione affacciata sulla via Stradella è acquistata dal Comune di Torino, che nel 1997 avvia i lavori per il suo riutilizzo culminati, nel 2000, con l’inaugurazione della nuova sede della Circoscrizione V. Resta in disuso l’area prospiciente a via Cardinal Massaia, per la quale sono iniziati nel febbraio 2011 i lavori di demolizione che porteranno, con tutta probabilità, alla nascita di un parcheggio. Proprio di fronte all’Ex-CIR, una serie di 7 turet posti a raggiera in una sorta di stonehenge virtuale che purtroppo, per mancanza di fondi, sono da qualche tempo tutti a secco. 

Contiguo a Borgo Vittoria, Madonna di Campagna (già Campania Taurini, Madòna 'd Campagna in piemontese) è un quartiere residenziale ubicato nella parte nord di Torino a ovest di Borgo Vittoria, delimitato a nord dalle Basse di Stura e dallo stesso torrente Stura di Lanzo, a est dalla Strada dell’Aeroporto e da Corso Potenza, a sud da corso Mortara e via Nole e a ovest da via Orvieto e via Paolo Veronese. Il quartiere ospitò il primo convento dei Frati Cappuccini nel 1540 e per tale motivo il quartiere è strettamente correlato al Monte dei Cappuccini.
Con il termine Campania Taurini, nel medioevo, si intendeva il territorio compreso tra il Sangone, il Po, la Stura e si estendeva sino ad Alpignano, Rivoli e Rivalta. Nel medioevo e ancora oltre, fino all'Ottocento, il territorio era adibito soprattutto a campo. Da remoti frammenti storici, risalenti al XIV secolo, si ha notizia di un modesto capitello votivo raffigurante una Madonna (che in seguito prese il nome di “Madonna di Campagna”) e sorgente, tra campi e boschi, all’incirca dove oggi è situata l’attuale Chiesa Parrocchiale.
Nei pressi della Cappelletta sorse nel 1567 un Convento di Frati Minori Cappuccini, il primo della provincia torinese. I frati, che si erano stabiliti nella zona già nel 1538, costruirono la Chiesa e piantarono gli ippocastani e gli olmi nel viale tuttora esistente. Fu Madama Cristina nel 1657 ad aiutare i padri innalzando la loro costruzione. Nel 1686 nel convento venne anche stabilito un noviziato. Nel 1706, in occasione dell'assedio di Torino, tra la Madonna di Campagna e Lucento si svolse la furibonda battaglia del 7 settembre, che vide i piemontesi vincitori.
Ancora nel secondo dopoguerra era una zona prevalentemente agricola, poi progressivamente riconvertita ai settori secondario e terziario. Si ricorda che, dove ora sorgono i giardini Sospello e l'omonima piscina, una volta c'era un cimitero. La chiesa Madonna di Campagna fu bombardata e distrutta dalle forze alleate l'8 dicembre 1942. Sessantaquattro persone, compreso il Parroco e altri frati, che si erano rifugiati nei sotterranei morirono lì. Della chiesa si salvarono solamente un frate (padre Teodoreto da Torino), la statua della Madonna ed il campanile, il quale ancora oggi affianca la chiesa. Le attività scolastiche furono intraprese dal primo parroco della Madonna di Campagna, fra Nicolò Barberis. Nel 1842 grazie alle opere di carità poté aprire la scuola Beata Vergine di Campagna per la zona che contava più di 800 abitanti. Fu nel 1849 che si costruì un primo edificio per ospitarla. Nel 1882 si costruì l'edificio che oggi fa ancora parte della scuola essendo l'ala parallela a viale Madonna di Campagna.

La vecchia Barriera di Lanzo, oggi nota come Borgata Tesso è una borgata storica di Madonna di Campagna, sorta nell’ultimo quarto dell’Ottocento lungo lo stradale di Lanzo, subito fuori la cinta daziaria, e protagonista della prima industrializzazione della zona e del suo sviluppo edilizio e demografico.
Con "vecchia Barriera di Lanzo" si indica la zona di Madonna di Campagna inclusa fra la ferrovia Torino-Milano, la Torino-Ceres (ora interrata e corrispondente al primo tratto di via Stradella fino a largo Giachino), via Orvieto e corso Mortara. Questa borgata è protagonista della prima industrializzazione della zona, e da ciò segue un suo cospicuo sviluppo edilizio e demografico.
La sua nascita risale al 1877 con l’inizio delle lottizzazioni dei terreni agricoli attorno lo stradale di Lanzo, principale via di comunicazione fra Torino e le valli di Lanzo. Se ciò offre l’input al suo sviluppo edilizio, sono altre però le caratteristiche che la rendono appetibile per l’apertura di attività produttive, ovvero la presenza di due salti del canale Ceronda, la stazione della Torino-Ceres e la posizione subito fuori la cinta daziaria. Dal vicino casello del dazio non più esistente deriva il nome, la Barriera di Lanzo.
La costruzione del cavalcavia sopra la Torino-Milano e del primo tratto di via Stradella prima della Grande Guerra determinano la centralità di borgo Vittoria a scapito della barriera di Lanzo, ibernandone lo sviluppo edilizio e rendendola ancora oggi riconoscibile nei suoi tratti originari.
Nel 2009 è stato avviato un progetto di riqualificazione di Borgata Tesso, con l’obiettivo principale di tutelare e valorizzare lo spazio urbano riducendo l’impatto traffico veicolare, potenziando l’illuminazione pubblica e ampliando le aree verdi. Il progetto è stato attuato dal Comune di Torino attraverso il PISL - Programma Integrato di Sviluppo Locale e le vie soggette a intervento per Borgata Tesso sono state: via Giachino, corso Benedetto Brin, via Gramegna, via Montesoglio, via Mondrone, via Ciamarella, via Cambiano.
 
Su incarico del Settore Sviluppo Economico della Città sull’area di Borgata Tesso, in concomitanza con l’avvio del progetto FaciliTo per il sostegno alle attività imprenditoriali, il Comitato ha accompagnato i lavori di riqualificazione mediante un piano di azioni che ha previsto in primo luogo l’allestimento, in stretta collaborazione con l'Associazione Tesso, di un sistema di info point all’interno delle attività commerciali dell’area. In tal senso è stato inviduata la facciata di via Giachino angolo corso Brin, all’interno del Progetto “colori ad arte”, per la realizzazione, tramite il bando pubblico promosso dalla Fondazione Contrada Torino, di un murales realizzato dal giovane pittore torinese Mauro Fassino: un gigantesco piccione virtualmente contenuto nella voliera evocata dall’artista  nel muro alto e stretto, con il tetto a capanna. L’Associazione Tesso ha inoltre supportato la realizzazione e la comunicazione di momenti di animazione territoriale e l’attivazione di iniziative volte a valorizzare il patrimonio culturale e storico del quartiere, anche in collaborazione con il Centro di Documentazione Storica della Circoscrizione 5. 

Quasi a segnare un legame virtuale con le botteghe artigianali numerose in Borgata Tesso fino agli anni '50, la Bottega di Mestieri al 55/b di via Giachino è uno spazio dedicato alla creatività su ceramica, proponendo corsi di ceramica per adulti e ragazzi, l'atelier con le creazioni di Elena D'Oria e spazio co-working a disposizione.




Come guidati dai coloratissimi e graffittati cassoni della spazzatura, si giunge al fondo di Via Giachino al luogo cult della movida: il pub MANHATTAN, un locale che nel corso degli anni ha sempre mantenuto la stessa formula: musica in tutte le sue forme, da quella di sottofondo a quella suonata dal vivo che è indiscutibilmente il suo sigillo di qualità. Si estende su due piani di cui uno sotterraneo in cui si tengono concerti e spettacoli e che si presenta come un oscuro girone infernale. Al piano superiore si trova, invece, il vero e proprio pub con la possibilità di mangiare non solo panini, ma anche pizze, primi e secondi.

Presenza industriale storica della zona è stata la Superga, storico calzaturificio dove sono nate le scarpe da tennis in tela famose oggi in tutto il mondo, i cui capannoni dismessi tra via Orvieto e via Verolengo ne rappresentanol’ultima traccia. Lo stabilimento fu costruito nel 1913 dalla Martiny, società in seguito confluita nella Frigt (Fabbriche Riunite Industria Gomma Torino) poi Superga. Eretto in via Verolengo, su un’area occupata in precedenza da uno stabilimento degli Albesiano (utilizzato dai fratelli Pio e Angelo inizialmente come magazzino e impianto per la produzione di vernici), arriva a estendersi fino a via Orvieto, via Luini e via Assisi. Specializzato nella lavorazione di tipo calzaturiero (stivali, tacchi, ecc.), negli anni Dieci produce anche pneumatici per il comparto automobilistico. Nei suoi reparti, dove lavoravano maestranze prevalentemente femminili, nascono le famose scarpe da tennis di tela conosciute ancora oggi come “Superga”. 

Durante la seconda guerra mondiale la fabbrica subisce i bombardamenti alleati e diventa un centro della lotta antifascista. Nel 1951 con il passaggio alla Pirelli s’inaugura un ventennio di forte sviluppo. Nei reparti sono impegnate quasi duemila operaie in gran parte residenti nelle borgate circostanti. Sotto il rigido controllo dei capireparto si lavora a cottimo e, spesso, a contatto con sostanze nocive. Gli anni Settanta e Ottanta sono segnati dalla crisi e dalla ristrutturazione. Nel 1976 la manodopera si riduce a 751 unità. Nel 1998 cessa la produzione e, dopo vari passaggi di proprietà, il marchio nel 2002 è rilevato dalla Basic Net. Oggi al posto dei reparti abbattuti è sorto un complesso residenziale con giardini e fontana al centro mentre per quelli tutt’ora esistenti, dove sul retro sono stati realizzati ampi murales, si prospetta un riutilizzo come ambulatori medici.

Per un pasto in zona si può scegliere tra l’Osterante (via Villar, 30), una via di mezzo tra osteria e ristorante che, aperto recentemente, offre un ottima cucina di terra e mare a prezzi più che contenuti in particolare a pranzo dove il menù con primo, secondo (di terra), contorno, acqua/vino e coperto è servito a 10 Euro, 13 quello di pesce e proprio il pesce la fa da padrone: gli spaghetti ai frutti di mare e la milanese di spada assaggiati nell’utlima visita ne sono stati un’ottima  prova; 

a poca distanze le Cantine Vittoria (in Piazza della Vittoria, 31/b) rimanendo a prezzi assolutamente contenuti offre un ampissima scelta e anche qui un ottimo e vario di menù a pranzo a 10 euro (comprese bevande) che spazia in una scelta fra tre primi, almeno dodici secondi e dieci contorni; si può scegliere inoltre (sia a pranzo che a cena) tra vari piatti con un prezzo tra i 5 e 9 euro spaziando tra primi e secondi di carne o pesce (Plin di carne con sugo di salsiccia e gorgonzola, Penne con fonduta valdostana e salciccia, Polenta concia, Strozzapreti con melanzane, peperoni, pancetta e provolone, Pappardelle con gamberetti, fiori di zucca e zafferano, Seppie in umido con funghi e olive, Coniglio alla ligure), dolci a 2,50; si beve (e si può acquistare sfuso) il vino delle Cantine Vinchio Vaglio (barbera, dolcetto, bonarda, nebbiolo, arneis, chardonnay) le cui botti in acciaio circondano i tavoli come in una vera cantina.
A poca distanza dalla piazza del Mercato, due ottime panetterie: ruspante e popolare, la Sfornata in Via Vibò, 44, shabby and chic, Voglia di Pane in Via Chiesa della Salute, 23. 




Per il percorso completo e ulteriori approfondimenti:
L'altra Torino. 24 centri fuori dal centro

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