venerdì 14 giugno 2013

Vanchiglietta: tra i fiumi oltre la città


Vanchiglia (in piemontese Vanchija) è uno dei quartieri storici di Torino, situato tra il quartiere centro e la confluenza dei fiumi Po e Dora Riparia, appartenente alla VII circoscrizione, delimitato a nord dal fiume Dora Riparia (LungoDora Siena), a est dal fiume Po (lungoPo Antonelli), a sud da Corso San Maurizio, a ovest da Corso San Maurizio - confluenza in Corso Regina Margerita.



L'origine del nome è molto incerta: la tradizione popolare vuole che si tratti della contrazione dell'antico termine popolare vengh che potrebbe significare fango, oppure giunco, giustificata dall'umidità della zona e dagli arbusti dei salici sulle sponde dei due fiumi: documenti più certi del XVII secolo citano Vinchilia (o Vinchillia) la zona dei vinchi, intesi appunto come giunchi o arbusti, dal latino vallis iuncea, valle dei giunchi, appunto. Tuttavia, potrebbe originare sempre dal latino vallis aquilia, variante medievale di vallis aculia, e cioè appuntita per indicare l'area a forma di punta tra le confluenze dei due fiumi, e questo sempre in coerenza con alcuni nomi geografici extra moenia dati dagli antichi Romani (es. Valdocco).
Il quartiere comprende Vanchiglietta e Borgo Vanchiglia e ha una superficie di 9,630 km² e, in base ai dati demografici del 2006, conta circa 32.300 abitanti (14.200 Borgo Vanchiglia, 18.100 Vanchiglietta), di cui circa 2.900 stranieri.
La zona Vanchiglietta, percorsa dal primo itinerario, è una lingua di terra tra il Po e la Dora, che si associa generalmente ed amministrativamente al quartiere Vanchiglia, sebbene di urbanizzazione più recente e notevolmente più vasta. Questa si estende a nord-est del territorio di Borgo Vanchiglia, da corso Regina Margherita lungo il corso dei due fiumi fino al loro punto di congiungimento in località detta Colletta, comprendendo infatti il Parco Colletta e il Parco Crescenzio, la Stazione Merci Vanchiglia, più altre vaste aree, come il recente Campus Universitario L. Einaudi (sorto nella zona ex Italgas).



Il percorso in zona Vanchiglietta parte da quella che è diventata da qualche tempo l’aiuola privata (quasi un paradosso nell’espressione stessa) del sig. Michele Lionetti, che in un’azione di “guerrilla gardening” forse neanche troppo consapevole, ha deciso di trasformare uno spartitraffico di corso Regina Margherita all'incrocio con corso Belgio – nei pressi di largo Rosario Berardi - in un'oasi verde in mezzo all'asfalto prendendosene cura come se fosse un suo giardino privato e personale.

Vanchiglia si guadagnò il nome di Borgh dël Fum (Borgo del Fumo) a causa dei numerosi opifici e stabilimenti presenti, nell'area, nella prima metà del XX secolo; tra questi uno dei più grandi era la VENCHI, edificio costruito nel 1907 su progetto di Pietro Fenoglio come sede della Venchi S. & C. per la produzione di confetti, cioccolato, caramelle e biscotti. Al trasferimento dell’industria dolciaria in zona Pozzo Strada per formare la VENCHI UNICA, la struttura venne destinata a Opificio Militare e fu bombardata pesantemente il 13 luglio 1943 per poi cadere in disuso.



Altra ampia zona industriale era quella occupata dagli stabilimenti Italgas dei quali rimangono solo  gli imponenti gasdotti visibili da Corso Regina e Corso Belgio: su quest’area è in atto dalla fine degli anni novanta un ampio programma di riconversione urbana avviato dall’Università degli Studi per la realizzazione delle sedi delle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche con l’acquisizione da parte dell’Ateneo torinese delle aree dismesse tra la Dora e corso Regina Margherita. Il progetto vincitore del concorso internazionale bandito dall’Università per la costruzione del Campus Luigi Einaudi è firmato dal gruppo composto da Benedetto Camerana, Foster and Partners (leading architect), Tecnimont (già Fiat Engineering, mandataria), Mellano Associati, Giugiaro Design, I.C.I.S. Il nuovo complesso si articola attorno a una grande piazza circolare, richiamo dei vicini gasometri. L’insediamento comprende due fabbricati distinti, che ospitano rispettivamente le due facoltà con i relativi dipartimenti e i laboratori linguistici, i servizi per gli studenti e la grande biblioteca interdipartimentale, affacciata sul fiume.
Gli edifici, avvolti da facciate trasparenti a linee morbide e coperti da un unico tetto ondulato, luminoso e sospeso, sono scanditi da passaggi aperti che collegano le aree pubbliche con il giardino interno, cuore circolare verde di tutti i percorsi e cinto da portici. Nell’ala delle facoltà, tra il piano terreno e il primo piano, è previsto un auditorium inclinato, mentre nei piani interrati sono sistemati i parcheggi. Il progetto enfatizza il contatto con il fiume e crea connessioni visive e prospettiche con l’arco alpino, le colline, la Basilica di Superga e la Mole Antonelliana. Il rapporto con l’ambiente circostante è cercato anche nella realizzazione della passerella pedonale sulla Dora e nella sistemazione delle sponde fluviali.



Prima di avvicinarsi a quello che è diventato il Campus Universitario Einaudi, inaugurato a settembre 2012 tra Corso Regina e Lungo Dora Siena, si possono fare alcune interessanti tappe artistico-culturali: la prima nell’area verde di C.so Farini per ammirare l’opera dell’artista Opiemme che con il writing “SOGNARE” sul cartello di Senso Vietato, un oggetto sociale diventa lo strumento di una significazione simbolica alternativa. A breve distanza in Via Pallavicino, 35 hanno sede il Turin Youth Centre (TYC) che si propone di mettere insieme differenti realtà associative del territorio che si occupano di temi diversissimi tra loro, dal cinema all’antimafia, dal design ai diritti civili, dalla mobilità internazionale all’architettura, e le Officine Corsare, spazio sociale, sotto forma di Circolo ARCI, motore di iniziative, crocevia di esperienze e punto di riferimento sociale, culturale ed artistico per il quartiere, che opera in modo parallelo e collegato a quello della rete dei collettivi universitari degli Studenti Indipendenti. Ritornando sul Lungo Dora si vede oltre al sopracitato Campus Einaudi, si notano la Residenza Universitaria Olimpia, nella struttura del Media Village Olimpico, e il Ristorante Universitario aperto non solo agli studenti.



Costeggiando il sinuoso corso del fiume è possibile percorrere la ciclopedonabile che porta fino alla confluenza della dora con il Po attraversando prima  il Parco Crescenzio e poi il Parco Colletta; tra i due alcune fabbriche (tra le quali la Torrefazione Costadoro che fornisce la maggioranza dei caffè di Torino) e alcune agenzie creative, ben riconoscibili dai coloratissimi murales esterni, tra i quali spicca il writing di un cervello con la scritta “agitare prima dell’uso”.



Il Parco Crescenzio, compreso tra Lungo Dora Colletta eVia Nievo ha una superficie di mq 66.190 ed è nato su progetto di Giuseppe Magistrini dall’interramento della Dora al fine di evitare danni al cimitero, avendo il fiume cambiato più volte il letto, in seguito a frequenti erosioni e piene.



Il Parco Colletta, erroneamente noto come Parco della Colletta, con una superficie di mq 448.000, è parte, assieme al Parco dell'Arrivore, dell'Area attrezzata Arrivore e Colletta, di 208 ha, area che a sua volta è una porzione del Parco fluviale del Po tratto torinese.
I Savoia nel XVII secolo progettarono un grande parco di caccia vicino alla città di Torino, tra la confluenza della Dora Riparia e della Stura di Lanzo con il fiume Po e il parco ottenne la denominazione di Regio Parco, rovinato poi completamente dall'assedio di Torino del 1706.
Il parco attuale è stato realizzato alla fine degli anni ottanta, recuperando una vasta area abbandonata e degradata. Prende il nome dal Lungodora che lo attraversa, intitolato a Pietro Colletta, generale, uomo politico e storico, la cui opera più conosciuta è la Storia del reame di Napoli dal 1734 al 1825, pubblicata postuma nel 1834.



Il parco oggi copre la zona lungo il corso occidentale del fiume Po tra la confluenza della Dora Riparia, a sud, e della Stura di Lanzo, a nord, dove inoltre confina con il Parco della Confluenza. È a cavallo dei quartieri Regio Parco e Vanchiglia e prossimo a Barriera di Milano, nella parte settentrionale al confine col Parco dell'Arrivore. All'interno del parco vi è la cascina Airale, ora in stato di grave abbandono, molto antica e già citata in documenti del sedicesimo secolo, attiva sino al 1982. In tutta la zona fluviale è possibile del bird watching, attività non così comune in una grande città.
A custode del parco, nella zona della confluenza, un vecchio che da quarantanni, prima la moglie e adesso lui, gestisce un alimentare in un casotto di legno d’altri tempi.


A conclusione del percorso una curiosità poco visibile ma molto leggendaria legata alla cronaca di Vanchiglietta: al n° 20 di Via Fontanesi una casa rosa alta, di fianco a una casetta bassa e stretta, fu teatro nel 1958 dell’omicidio di un operaio FIAT, Mario Gilberti, a firma dell’assassino DiAboLich; nome che ispirò molto probabilmente le autrici Angela e Luciana Giussani (che non confermarono ma neppure negarono mai del tutto la fonte di ispirazione) per la creazione negli anni sessanta del popolare fumetto Diabolik  

 



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