giovedì 23 maggio 2013

Cenisia: i nuovi 'grandi servizi'


Il secondo percorso in Cenisia è ad anello iniziando e terminando nel medesimo punto, all’incrocio tra corso Vittorio e Via Falcone e Borsellino proprio all’angolo opposto del Palagiustizia di Torino e tocca l’area in cui sorgevano i grandi servizi della città, tutti collocati alla periferia ovest della cinta daziaria del 1853: il carcere giudiziario di Torino, dette Le Nuove (edificate tra il 1862 e il 1870), le officine delle ferrovie dell’Alta Italia (OGR – Officine Grandi Riparazioni), il Mattatoio Civico (1866), il foro boario (1870-71), il panificio militare e le caserme. Oggi nessuno di quei servizi è ancora operativo: alcuni edifici come il il mattatoio e il foro boario sono stati distrutti e al posto di questi ultimi due troviamo, rispettivamente, il Palagiustizia e un parco verde con giochi per bambini; altri hanno modificato o stanno ormai da molti anni mutando radicalmente il loro ambito d’utilizzo.


Una parte dell’area storica delle Officine Grandi Riparazioni, sicuramente la più ampia di quelle occupate dai grandi servizi, è ora occupata dal raddoppio del Politecnico e dalla cosiddetta Cittadella Politecnica. Sopravvive però, accanto alle Carceri Nuove (anch’esse in via di ridestinazione), il corpo principale delle Officine, con i padiglioni di Montaggio, Torneria, Fucine, in disuso dall’inizio degli anni ’70 ma dall’aspetto ancora solenne, soprattutto nel caso dello stabilimento che, per la sua imponenza viene denominato “duomo”.



Per nove mesi, durante le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, le OGR hanno ospitato World Wide Torino, il ricco programma di mostre, seminari, concerti e spettacoli offerti dalle città del mondo che intrattengono rapporti di amicizia e collaborazione con Torino e in particolare la teatrale e monumentale mostra Fare gli italiani che, attraverso uno straordinario allestimento multimediale, ha ripercorso la storia degli italiani dal momento dell’unificazione del Paese fino ad arrivare ai giorni nostri contando circa mezzo milione di visitatori.



Ospite fisso delle ex-OGR, come già detto sopra, è invece il Politecnico di Torino che a partire dal 2000 ha visto un consistente ampliamento della sede storica grazie al trasferimento di diritto d’uso delle superfici occupate dalle OGR secondo un progetto di «raddoppio» della sede che va ad insediarsi sullo schema di struttura del piano regolatore generale della zona su progetto di Gregotti Associati, che prevede il disegno della Spina centrale, il grande viale ricavato sul percorso della ferrovia ora interrata: il risultato è un campus urbano, nel quale le Tornerie e le Fucine delle OGR anziché essere abbattute vengono recuperate per ospitare spazi per la didattica e la ricerca, sale studio e la nuova mensa; tra i due edifici si costruisce la nuova «corte interrata», sulla quale si affacciano le aule.



Il collegamento oltre corso Castelfidardo è realizzato da due edifici gemelli, gli «scavalchi», che si attestano a est agli estremi della manica «d’approdo». A ovest l’invaso della piazza pedonale è invece delimitato dall’edificio adibito a centro di ricerca europeo di General Motors.


Altra presenza futuristica della zona è all’angolo tra corso Peschiera e Corso Ferrucci la Centrale Termica Iride Energia, per la quale l’architetto Hugh Dutton ha anche ricevuto il premio “Architetture Rivelate; si tratta di una centrale elettrica di cogenerazione per il teleriscaldamento della zona, vera e propria scultura urbana di acciaio e luce che offre i suoi migliori effetti di riflessione al crepuscolo o di notte.



A poca distanza dalla centrale, quasi nascosta dall’edificio di recente costruzione dalle linee quasi marine, all’angolo tra Corso Ferrucci e Corso Lione nel Giardino ai Caduti di Cefalonia e Corfù è visibile L’albero Giardino di Giuseppe Penone  realizzato come per l’Igloo di Mario Merz  per riqualificare la Spina Centrale di Torino: un’aiuola ospita un sentiero che si ramifica in tre viottoli, a formare l’outline generale di un albero coricato con tre rami, trasformati in gallerie verdeggianti costituite da un pioppo, una barriera di alloro e alberi da frutta; a detta dell’artista ‘come la linfa scorre nel midollo dell’albero, così il visitatore è invitato a penetrare nell’opera, sperimentando il brulichio vitale e la spinta che muove alla crescita’.



Culturalmente e storicamente interessante nel percorso è la visita al Museo del Carcere "Le Nuove", situato presso l'ex carcere di Torino detto Le Nuove, inaugurato nel 1870 sotto il regno di Vittorio Emanuele II, e rimasto in funzione fino a quando non fu sostituito nel 1986 dal più moderno carcere "Lorusso e Cutugno" situato nel quartiere Vallette. Il percorso museale si articola all'interno delle varie strutture dell'ex carcere, progettato dall'architetto Giuseppe Polani e concepito, secondo i criteri dell'epoca, come un carcere a segregazione individuale.



Il carcere disponeva di 648 celle, tredici bracci, compresi quelli dei condannati a morte, nonché di due cappelle, una per gli uomini ed una per le donne. Le celle avevano inoltre la caratteristica di avere le finestre a "bocca di lupo", che permettevano di vedere soltanto il cielo. Il suo primo direttore, Marinucci, consentì di utilizzare la chiesa interna per le lezioni scolastiche: i detenuti seguivano le lezioni tenute dai volontari dell’Arciconfraternita dai cubicoli, cellette progettate per la partecipazione individuale alle funzioni religiose o alle lezioni.



Durante il periodo fascista vi rimasero reclusi oppositori, partigiani ed ebrei, come Ignazio Vian e Emanuele Artom, deportati e condannati a morte. Famigerato fu il braccio tedesco, gestito dalle SS, dove venivano torturati i detenuti. Fino alla caduta del fascismo non furono apportate modifiche alla struttura; successivamente, con i nuovi diritti costituzionali, il carcere fu reso lentamente più vivibile, eliminando i muri interni del cortile ed apportando importanti modifiche alle celle, tra cui l'ampliamento delle finestre e la dotazione di termosifoni e water. Attualmente nella struttura, oltre al museo del carcere, vi sono anche alcuni uffici giudiziari.



Oltre alla visita del Museo del Carcere "Le Nuove” è possibile seguire la Santa Messa la seconda e la quarta domenica del mese alle ore 10:30 in quelle che erano le cappelle del settore maschile e femminile; sempre qui ha sede l’Eremo del Silenzio, uno spazio nel centro di Torino nato “per offrire la possibilità di ritirarsi anche a chi non può allontanarsi dalla città, o vi è di passaggio ma desidera potersi isolare, anche solo per un tempo breve.”

Per il percorso completo e approfondimenti: "L'altra Torino. 24 centri fuori dal centro" da pag. 188 a pag. 196

   
www.officinegrandiriparazioni.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_del_carcere_Le_Nuove
www.eremodelsilenzio.it

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