martedì 21 maggio 2013

Cenisia: sulle vie del commercio


Il nome del toponimo Cenisia deriva dall'antica strada che attraversava questa zona, in direzione di Rivoli, e da qui proseguiva sino al Moncenisio per prendere poi la via delle Gallie. Il quartiere acquisì una certa importanza a partire dal Seicento per le cascine che qui si trovavano, e specialmente la cascina detta della Porporata, di proprietà dei marchesi di Sampeyre. Questa fu teatro di battaglie e scontri con le truppe francesi al tempo delle Guerre che la Casa Savoia condusse e subì contro la vicina d'Oltralpe: già nel 1640 si attesta la conquista della cascina e del territorio del quartiere alla vicina Francia, ripresa in seguito, venne nel 1704 conquistata dalle truppe di Parigi che ne fecero il punto nevralgico del loro assedio a Torino. Qui essi intercettavano i rifornimenti via terra che arrivavano alla città e ricevevano i propri, dalle città di Chivasso e Susa. Finalmente vinta la guerra contro Luigi XIV grazie alla battaglia del settembre 1706, i piemontesi riconquistarono il quartiere e la cascina facendo oltre seicento prigionieri tra i nemici.


































All'inizio del Novecento la nascente industria automobilistica (Lancia, Automobili Ansaldo, Lux, Nazzaro, Ruotificio italiano) si insediò nel contiguo Borgo San Paolo, e dopo pochi anni l'espansione industriale investì in pieno anche il quartiere Cenisia, in particolare con la costruzione della Diatto/SNIA, oggi riconvertita per ospitare uffici comunali. Seguì una straordinaria crescita demografica e urbanistica del quartiere, che con S.Paolo formava oramai un'unica area ad alta densità industriale e operaia come dimostrano le case operaie, che formano un nucleo a sé stante nel quartiere, con ingresso principale su Via Capriolo. A partire dagli anni ottanta però la vocazione industriale della città ha iniziato a venire meno e con essa, come per S.Paolo, le grandi fabbriche hanno cominciato a lasciare il quartiere.


Oggi gli edifici e le vaste aree industriali sono in via di recupero e riqualificazione. Come per il vicino quartiere San Paolo, queste aree sono state destinate prevalentemente a opere di edilizia residenziale e commerciale. E’ il caso dell’ex-FIP (Fabbrica Italiana Pianoforti) un imponente edificio industriale costruito nel 1917 su progetto dell'ing. Enrico Bonicelli (1872- 1939) chiamato comunemente Lingottino per la somiglianza formale e architettonica con l’Edificio FIAT Lingotto di Via Nizza. Negli anni Venti del Novecento arrivò a produrre circa tremila pianoforti all'anno dando lavoro a ottocento operai. Oggi, oltre agli uffici comunali per i tributi e il catasto, l'edificio ospita nel piano interrato una serie di negozi (in particolare macellerie, pescherie, panetterie e pasta fresca) che integrano l'offerta commerciale dell'antistante mercato di corso Racconigi.



Il mercato di Corso Racconigi è il secondo più esteso di Torino (dopo quello di Porta Palazzo), ma risulta essere però con la sua doppia fila di bancarelle il più lungo d’Europa estendosi da Corso Peschiera fino a Corso Vittorio e il sabato addirittura raddoppiando raggiungendo quasi Piazza Robilant; la scelta è varia, i prezzi molto convenienti e particolarmente interessante la parte terminale – per intenderci dopo la neogotica Chiesa di San Pellegrino Laziosi costruita in pietra bianca – dove sono presenti le bancarelle dei contadini e piccoli produttori locali.

Quando le bancarelle del mercato chiudono, il commercio prosegue nelle due altre arterie nodali dedite allo shopping Via Frejus, che ha subito negli ultimi un restyling funzionale e di servizio con l’iniziativa Via Frejus vive a colori, e Via Di Nanni, dove nelle belle case del primo Novecento si susseguono nel piano basso elevato attività commerciali e pubblici esercizi fino a piazza Adriano senza soluzione di continuità.

Subito dietro Via Di Nanni, nella ragnatela di vie che si diradano dall’arteria principale, si trovano pregevoli palazzine liberty di inizio secolo e quasi coeve a queste in Via Luserna di Rorà la Chiesa di Gesù Adolescente, con mosaico e rosone sulla facciata e campanile a punta, degli anni Venti e i Bagni Pubblici degli anni Trenta, che dopo vari lavori sono stati riaperti 2009 nella nuova veste di centro interculturale con hammam.


Altra presenza importante del quartiere è il Cenisia Calcio, che nasce il 13 aprile 1919 a solo un anno dalla fine del primo conflitto mondiale, destinata a divenire parte integrante della vita del quartiere e della circoscrizione, radunando dal principio gli operai che lavoravano nella zona. Il Cenisia Calcio, spesso chiamata delle Violette per il colore delle maglie, rappresentò un importante polo di reazione che si associava ad altre forme associative che proliferavano in quel periodo, con l'intento di sottrarsi alla politica di pianificazione del tempo libero. Storicamente considerata la Terza squadra di Torino, il Cenisia Calcio è arrivato fino alla IV serie (l'attuale C2), ha vinto ben 5 titoli Nazionali e attualmente milita in Promozione Girone B.



Altra struttura del quartiere - scomoda per molti, discutibile per altri – è il Centro Sociale Autogestito Gabrio, storico centro sociale torinese, occupato fin dal 1994, che si colloca in una struttura scolastica dismessa in Via Revello (Scuola Gabrio Casati che è uno dei più vecchi edifici del quartiere e fu costruita nel 1914 su progetto dell'ingegnere comunale Ghiotti ed ampliata nel 1920); oltre ad essere attivo nell'occupazione di stabili abbandonati organizza numerose iniziative come serate musicali, una palestra popolare, un orto collettivo e una cicloofficina.




Per la pausa pranzo quattro sono i consigli in zona Cenisia: il primo ethic Spazzi in Via Virle, 21, locanda multifunzione, gestito dalle cooperative sociali PROGETTO MURET e LUCI NELLA CITTÀ, propone a pranzo dal lunedì e vernerdì un self service con piatti local ed etnici,  bar/caffetteria, un emporio del gusto caratterizzato da prodotti provenienti dai presidi Slowfood o dal commercio equosolidale e ospita spesso eventi culturali ed iniziative ricreative; il secondo social La Casa di Manitù in Via Virle, 19 dove in un grande appartamento su due livelli con arredamento dal gusto anglosassone, è possibile consumare un pranzo veloce o una fetta di torta con un tè, anche se il locale offre il suo meglio la sera quando vengono serviti abbondanti e ricchi buffet freschi per l’aperitivo dalle 19:30 alle 22:00; il terzo (super) traditional  Piola da Celso in via Verzuolo, 40 (chiusa la domenica) dove i piatti sono quelle tipici delle trattorie piemontese con ingredienti genuini che provengono dal vicino mercato di c.so Racconigi e dalle ottime botteghe alimentari (panetterie, macellerie, salumerie, ...) di lunga tradizione della zona: molto buoni gli antipasti tipicamente piemontesi - delicata insalata russa, buon vitello tonnato all'antica (senza maionese), lingua con bagnet rus, tomini al verde e salame/i crudo/i, abbondanti e sostanziosi i primi, qui la scelta è di solito tra tagliatelle o tajarin al ragù, gnocchi al ragù o alla bava, agnolotti; i secondi non sono da meno e in inverno non manca mai il bollito con salse fatte in casa e lo stinco di maiale al forno. La spesa è davvero esigua, ci si sente come a casa, quasi parte della famiglia e - rispetto a cena quando il locale tende ad essere un po' affollato - a pranzo il clima è (quasi) rilassato! La quarta possibilità gastronomica in zona è invece ethnic, ovvero Da Demir il chiosco in Piazza Adriano (chiuso la domenica a pranzo) per assaggiare un delizioso e saporito kebab preparato solo con carne piemontese per un piatto etnico ma quanto mai locale.

Quando la bella stagione si avvicina, la tappa si fa obbligata da BioSenso in Via Vigone, 58/E per gustare gelati e granite siciliane ottimi, ma soprattutto BIO come dimostra il sapore davvero eccezionale; il top dei gusti: ricotta con gocce di ciocolato (per un ricotta addicted come me – il migliore del genere a Torino!), pere e noci macadamia e la granita alla mandorla o al cioccolato.


Se invece uno volesse farsi in zona una scorta di ottimi e fragranti grissini, arcinoto simbolo della torinesità gastronomica, l’indirizzo è via Frassineto, 10 dove nel Grissinificio del Borgo si possono acquistare grissini (lunghi o corti) e altri prodotti da forno (pane a lievitazione naturale, pizze, pasticceria secca e fresca) di grande qualità come mostra il fatto che proprio questi grissini sono serviti in una velina ad hoc con il proprio marchio in alcuni selezionati ristoranti del centro.


Per il percorso completo e approfondimenti: "L'altra Torino. 24 centri fuori dal centro" da pag. 181 a pag. 187

Nessun commento:

Posta un commento