Due sono i percorsi che si snodano nel Borgo San Paolo, un quartiere ubicato nella zona occidentale della città di Torino – delimitato a nord da corso Peschiera, a ovest da corso Trapani, a est da corso Castelfidardo e a sud da via Tirreno –, appartenente amministrativamente alla III Circoscrizione.
Il primo percorso ripercorre le origini del quartiere che da paese diventa parte della città. Borgo San Paolo non a caso è un quartiere relativamente moderno: la sua struttura attuale inizia a presentarsi sul finire del XIX secolo, quando la zona, dal carattere prevalentemente rurale, si trasforma in zona di insediamento industriale. Tutte le attività ruotavano intorno alla chiesa di San Bernardino e all'attuale Piazza Sabotino che insieme a Piazza Robilant rappresentano i due snodi principali secondo una pianta stradale a tela di ragno: un aspetto certamente inusuale per l'urbanistica torinese, dove quasi tutti i quartieri hanno la pianta a scacchiera.
Notevole fu l'influenza di Giovanni Giolitti per far cambiare volto al quartiere. Nel 1899 il Borgo venne ampliato e nel 1901 arrivò il primo piano regolatore edilizio. Significativo fu il nuovo assetto del quartiere dopo la norma del 1901: la densità di popolazione all'inizio degli anni venti era cresciuta in maniera esponenziale rispetto alla fine dell'Ottocento, superando i ventimila abitanti. Borgo San Paolo continuava comunque a rimanere una zona periferica e abbastanza isolata da Torino. Ci vorrà la prima guerra mondiale per farlo inglobare completamente nell'assetto urbanistico della città: a testimonianza del passato paesano del borgo, i lampioni orizzontali a sbalzo ancora in uso in Via S.Bernardino che conduce all’omonima piazzetta-sagrato oggetto negli ultimi anni di una vasta opera di riurbanizzazione che ha coinvolto anche Via Di Nanni a partire da Piazza Sabotino.
Negli anni novanta gran parte degli stabilimenti industriali presenti nel quartiere, oramai dismessi, sono stati abbattuti e altri hanno cambiato la loro destinazione d’uso, ospitando – come nel caso dei vecchi stabilmenti Lancia all’angolo tra Corso Racconigi e Corso Peschiera – gli Uffici della Circoscrizione III.
Oltre a piazza Robilant e piazza Sabotino, altro nucleo sociale è rappresentato dalla sopraccitata Piazza S.Bernardino e la vicina Via Chiomonte dove sorge, proprio alle spalle della chiesa e dell’oratorio di S.Bernardino, il Teatro Araldo: qui - all’interno di un riccco calendario di appuntamenti - si possono assistere a spettacoli teatrali e musicali con compagnie teatrali indipendenti, giovani e non ancora molto conosciute.
Borgo San Paolo ospitando molte famiglie rumene, prima comunità straniera a Torino, offre anche la prima gastronomia rumena di qualità a Torino BABACU (Via S.Paolo, 63/A)dove si possono trovare piatti pronti (insalata russa, zuppe, pani, involtini di vite e verza, …) di ottima qualità preparati freschi ogni giorno da Stella e Florin e vari prodotti alimentari (vini, sott’aceti, salumi e formaggi) importati direttamente dalla Romania.
Per una veloce pausa pranzo tre sono le possibilità gastronomiche che offre il Borgo: Le Ramin-e all’inizio del percorso (Via Isonzo, 64), dove è interessante a pranzo il menu a 12 euro comprendente due piatti a scelta tra antipasti, primi, secondi o formaggi (compreso un minidessert, caffè, acqua del sindaco purificata e pane del panificio Beltramio di Porte di Pinerolo a volontà) diversi ogni giorno e preparati in modo creativo ma locale dal cuoco Steven, insediatosi a S.Paolo dopo 18 anni al Malan Locanda del Postale di San Germano Chisone; a circa metà del percorso si può invece sostare alla ruspante e popolare Trattoria Mombercelli (Via S.Paolo, 11 – chiusa la domenica) oppure dai Forchettoni (Via S.Paolo 52 – chiusa la domenica sera e il lunedì) una trattoria/ristorante come quelli di una volta: cucina di sostanza con piatti regionali italiani; tra i primi, buoni gli agnolotti al ragù e le pappardelle alla Ciociara (una delle specialità del locale) che a dispetto di un sugo un po' impegnativo - ragù, panna, funghi e prosciutto – risultano saporite e ben legate; genuini e buoni anche i dolci: crème caramel e zuppa inglese (come ci si aspetta di trovare in una trattoria); prezzi nella media (7,50 i primi e 3,50 i dolci); possibilità a pranzo di un menù con primo, secondo, caffè, acqua a 11 euro persona con la possibilità di scelta tra due primi e due secondi diversi.
Un discorso a parte merita il rapporto tra il quartiere San Paolo e la pizza al padellino o tegamino: l’origine di questa tipologia di pizza, una tradizione tutta torinese, sembra legata all’abitudine, avvalorata dal gastronomo torinese Luca Iaccarino (i cui consigli culinari sono sempre una garanzia ;) per cui un pizzaiolo, per accelerare i tempi, preparava le piccole teglie già condite per poi infornarle al momento dell'ordine. Fatto sta che il risultato è una pizza più piccola (di quella al mattone), alta e con una crosticina bruciacchiata e croccante che si forma dal contatto con l’impasto al velo di olio sulla teglia per facilitarne il distacco. Non so se ci sia un motivo storico o culturale, fatto sta che in zona S.Paolo si trovano tre tra le pizzerie al padellino/tegamino più storiche e buone di Torino; in ordine (mio) di preferenza: Gino (Via Monginevro, 46 - chiusa il mercoledì) con pizza e farinata eccezionali per impasto e condimenti, poi Candido (Via Monginevro, 24 - chiusa il lunedì) e Poldo (Via Di Nanni, 97) (in entrambe queste ultime è possibile anche mangiare la pizza tradizionale alla pala/mattone).
Per il percorso completo e approfondimenti: "L'altra Torino. 24 centri fuori dal centro" da pag. 161 a pag. 168
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